Come ti chiami?
Mi chiamo Bruna, sono mamma di due femmine anch’esse praticanti di karate, Sara e Martina.
Quando hai iniziato a praticare il karate?
Avevo 13 anni, era il lontano 1977.
Perchè ti sei iscritta a karate?
Perchè cercavo un metodo di autodifesa che mi potesse aiutare a superare l’incertezze e le paure tipiche dell’età adolescenziale.
Una volta imparato a difendirti per quale motivo tutt’oggi pratichi il karate?
Perchè praticandolo mi sento “bene”, fisicamente ma sopratutto mentalmente: il movimento del corpo, le tecniche corporee sono per me solo un modo per mettermi in contatto con qualcosa di più profondo e delicato, quando pratico percepisco delle sensazioni che solo con il karate avverto.
Pensi che il karate sia utile alle donne?
Si,certo credo che per noi donne sia una straordinaria “valvola di sfogo”, inoltre aiuta a vivere la vita in modo più consapevole offrendo spunti e momenti di riflessione e anche di incontro/confronto con gli uomini che sono in numero superiore rispetto alle donne praticanti, in questo modo ho imparato a capire meglio anche la loro mentalità.
Nella tua vita hai mai dovuto utilizzare le tecniche di karate per difenderti?
Fortunatamente no, tuttavia credo che praticare con assiduità un’arte marziale sia una buona prevenzione contro eventuali aggressioni: nel karate si insegna a “stare lontano dai pericoli” ad essere consapevoli delle nostre capacità e a percepire quando è il momento di “evitare” alcune situazioni a rischio.
Secondo te quali sono le differenze tra una pratica sportiva, ludica e/o un’arte marziale come il karate?
Beh, la differenza la facciamo prima di tutto noi con il nostro vissuto, con la qualità e l’energia del nostro allenamento, il karate non mi ha mai dato l’esaltazione, anzi mi ha fatto capire, prendere consapevolezza e sperimentare su me stessa che un uomo arrabiato è molto più forte e pericoloso di una donna, ma con la giusta pratica ho anche appreso che, come extrema ratio, anche la donna ha delle armi. Ho capito che non posso combattere contro un uomo ad armi pari, ma con l’allenamento posso eludere i suoi attacchi e, eventualmente, in uno scontro reale se sono determinata e ho ricevuto i “giusti” consigli posso difendermi anche da un uomo potenzialmente pericoloso.
Se tu dovessi dare un consiglio ad una donna che vuole iniziare il karate cosa le diresti?
Prima di tutto consiglierei di valutare attentemente le offerte delle diverse scuole, non tutte le proposte sono valide, il karate purtroppo, attualmente, è molto “inflazionato”, esistono semplici cinture nere che si spacciano per istruttori, istruttori che si proclamano maestri, alcuni di questi insegnano pur avendo una scarsa consocenza dell’arte, altri ancora aprono corsi di autodifesa estrapolando dalle loro già scarne conoscenze tecniche approssimative che in situazioni reali potrebbero anche essere deleterie per chi si dovesse trovare ad applicarle nella realtà; in oltre tent’anni ho visto di tutto, inoltre il mio lavoro mi porta a conoscere molta gente del settore delle arti marziali e oggi sono in grado di riconsocere i “venditori di fumo” dai veri maestri e professionisti. Una volta scelta la palestra adatta alle nostre aspettative consiglio di “portare pazienza”: i primi mesi di pratica di un’arte marziale sono, sotto certi aspetti, molto “deludenti” perchè prevedono la continua ripetizioni di gesti che in taluni casi ci fanno sentire anche “ridicoli”; poi, pian piano, tutto diventa molto più naturale e a quel punto si apre un “nuovo modo” fatto di emozioni, sensazioni che pochissime altre attività sportive possono dare.
Cosa ti aspetti dalla pratica del karate?
Ciò che mi ha dato fino ad oggi! La palestra per me è un luogo di studio, ricerca, un laboratorio di sempre nuovi stimoli, gli allenamenti non sono mai noiosi e/o approssimativi: un esempio di condotta che mi porto dentro anche nella vita di tutti i giorni. Dopo oltre trent’anni vedermi a fianco di persone con cui ho condiviso una buona parte della mia gioventù, osservare il mio primo maestro, Bruno Dalla Bona, oggi 73 anni, che ancora si allena insieme ai giovani e a quelli più maturi, allenarmi con mio marito Ciro Varone e le mie due figlie, tutto questo mi infonde una carica incredibile e mi appassione sempre di più, portandomi a desiderare di praticare il karate per tutta la vita.