Makiwara  (fasciare con la paglia)

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Nel karate di Okinawa, per accrescere la potenza dei colpi e condizionare le diverse parti del corpo, venivano usati  diversi attrezzi che venivano costruiti ad hoc per i praticanti di karate, tra i diversi attrezzi il più importante era rappresentato dal makiwara.

Il makiwara è un’asse di legno lunga circa 170 cm, rastremata sopra e fissata al pavimento, sulla cui cima viene posto un cuscinetto di paglia o gomma, l’asse viene messa a circa 15/20 cm dal muro, dove la sua struttura viene fissata  per dare modo all’asse di oscillare e non bloccarsi contro la parete che lo sostiene.

Ad Okinawa  le lezioni  di karate venivano alternavano momenti a corpo libero (kihon e kata) ad esercizi a coppie (kumite e bunkai) e, naturalmente, si praticavano da soli o a coppie gli esercizi con l’uso degli attrezzi tradizionali (Kigu hojo undo), tali esercizi si svolgevano con l’aiuto degli attrezzi tradizionali, in giapponese:  kongo, chishi, sashi e ken .Il karateka doveva  comprendere appieno come questi attrezzi  con forme, peso e materiale diverso dovevano essere utilizzati;  il motivo di tali conoscenza  era  legato al principio per il quale nel karate ortodosso nulla era superfluo, ogni principio di conoscenza tecnica era sempre diretto alla comprensione sul “come fare” per ottenere il miglior risultato con il minor sforzo: una serie di informazioni e di conoscenze utili anche a preservare nel tempo la salute e l’integrità muscolo/scheletrica del praticante.

Nel karate arcaico il makiwara era sicuramente l’attrezzo più usato in tutti i dojo di Okinawa, tuttavia tale attrezzo è stato anche molto bistratto dai moderni karateka , i quali hanno attribuito ingiustamente  allo stesso molte colpe, difetti che sono frutto dell’uso sconsiderato che alcuni incauti maestri ne hanno fatto.

Molte sono le leggende metropolitane sulla cattiva reputazione che il makiwara  si è guadagnato nel tempo,  molti affermano che danneggerebbe la schiena, i gomiti e le spalle, niente di più errato!

Il makiwara, come del resto  il sacco o l’uomo di legno, molto usato dai praticanti  delle discipline marziali cinesi, può essere un ottimo alleato per una particolareggiata preparazione, oppure può diventare nefasto per la salute di chi lo pratica in modo errato.

Quindi, non è il makiwara ad essere inadatto alla pratica del karate, ma è l’uso sbagliato di tale attrezzo che provoca  traumi al corpo di chi lo utilizza.

Spiegare in uno scritto come andrebbe utilizzato il makiwara non è cosa semplice, tuttavia, alcune informazioni generali  spiegabili anche teoricamente  possono contribuire a farne un uso più idoneo e salutare, ad esempio quando ci poniamo di fronte al makiwara non è il corpo che deve allinearsi ad esso  ma l’arto con il quale eseguiamo il pugno, lo tsuki , non deve chiudersi  completamente (scatto del gomito) e nel momento del contatto con l’asse, mentre siamo in fase di chiusura completa dell’anca, dobbiamo cercare di non spingere il seiken contro l’asse usando la spalla, bensì dobbiamo spostare  il baricentro sul ginocchio anteriore, evitando di assumere una postura  con la schiena  forzata sia in flessione che in estensione.